| La preparazione della barca per la crociera estivaUno degli aspetti  con più fascino dell’andar per mare a vela è costituito senz’altro dalla sorprendente  piacevole sensazione di autonomia che ci pervade quando finalmente molliamo gli  ormeggi.Peraltro la manovra  catartica del mollare gli ormeggi porta con sé tutta una serie di  responsabilità di carattere tecnico, morale e giuridico. E, dunque, al fine di  non guastare il piacere che deriva da quel momento magico, dobbiamo, ben prima  dell’istante della partenza, esserci posti una serie di domande che comportano  l’esecuzione di una quantità di azioni quasi infinita.
 Dobbiamo aver  controllato l’efficienza del mezzo cui affidiamo il benessere nostro e degli  amici che sono con noi (e che si fidano del nostro senso di responsabilità),  dobbiamo sapere che le dotazioni di sicurezza sono in ordine e pronte all’uso  (avendo istruito i nostri amici su come funzionano), dobbiamo aver chiaro in  testa come la situazione meteo si evolverà, dobbiamo aver pianificato la  navigazione insieme alle eventuali possibili varianti, dobbiamo aver fatto un  attento esame di coscienza al fine di comprendere se il nostro equipaggio  possiede le capacità adeguate al tipo di navigazione che stiamo per affrontare,  ecc.
 Queste sono soltanto  alcune delle domande che ci debbono obbligatoriamente frullare in testa al fine  di non trasformare quella che deve essere una gradevole esperienza in momenti  spiacevoli se non da incubo.
 Ovviamente non tutte  le azione che poniamo in essere possono essere intraprese all’ultimo momento o,  anche, nei pochi giorni che precedono la partenza. Il tutto deve essere  programmato fin dai tempi del rimessaggio invernale.
 In definitiva il carico di responsabilità che ci assumiamo  può essere evidenziato dalle parole: responsabilità,  competenza, valutazione della capacità della barca e dell’equipaggio in  relazione alle condizioni di navigazione.
 Al fine di aver la barca in ordine e ben equipaggiata non  sarebbe poi tanto male cominciare fin dal momento in cui entriamo per la prima  volta in possesso del nostro amato bene preparando una scheda della nostra  barca che dovrebbe contenere:
 
       nomeanno       del varocantieremodelloeventuale       numero velicocolore       dello scafosigla       di immatricolazionenominativo       internazionale La scheda dovrebbe continuare con i dati e le  caratteristiche che riguardano il motore: 
       numero       di matricolanumero       di cilindriordine       di accensione (dei cilindri)tipo       e codice della girante (impianto di raffreddamento)tipo       e codice della cinghia dell’alternatoretipo       e codice del filtro dell’oliotipo       e codice del filtro del gasoliotipo       e capacità dell’olio lubrificante per il motoretipo       e capacità dell’olio per l’invertitoretipo       e capacità dell’olio per l’eventuale timoneria idraulicatipo       e capacità del liquido refrigerante (se il motore è del tipo a       raffreddamento indiretto)capacità       del serbatoio per il carburantetipo       e codice del termostatotipo       e codice del sistema di tenuta all’acqua relativo all’eventuale asse       dell’elicadiametro,       passo e tipo dell’elica Altri elementi che riguardano altre parti sono, per esempio: 
       amperaggio       del caricabatteriaamperaggio       dell’eventuale impianto fotovoltaico di generazione elettrico amperaggio       dell’eventuale impianto eolico di generazione elettrica numero       e tipo degli accumulatori di energia elettricamisure       principali del piano velicomisure       dei tendalini, spray-hood, biminilunghezza       dello strallo di pruadiametro       e qualità delle scottediametro       e qualità delle drizzemarca       e tipo dei verricelli Questa scheda rappresenta l’identità della nostra barca. E’  molto probabile che molti dei dati in essa riportati siano ben presenti nella  nostra memoria, ma averli trascritti nella scheda ci impedirà di fare clamorosi  errori qualora dovessimo ordinare un pezzo importante.Proviamo ora ad elencare i controlli da porre in atto al  fine di aver una barca efficiente in grado di affrontare anche situazioni più  pesanti di quelle che immaginiamo per la nostra crociera. Infatti un’avaria  anche grave in situazioni meteo ottimali diventa soltanto un episodio  spiacevole; la stessa avaria in situazioni di tempo duro fa cambiare, e di  molto, la musica, potendo anche arrivare a mettere a rischio l’incolumità  fisica nostra e del nostro equipaggio. Senza arrivare a guai pesanti anche il  semplice fatto di non aver imbarcato una bombola del gas per la cucina di  rispetto può diventare molto poco piacevole qualora il cuoco di bordo esclami:  “il gas è finito!”. Per dare un minimo di ordine alle quasi infinite cose da  controllare partiamo dall’albero e da ciò che sta in coperta.
 Albero e sartiame:  tutto deve essere in ordine. A livello della coperta possiamo con semplicità  controllare che arridatoi e impiombature non presentino situazioni sospette. Le  coppiglie, oltre ad essere sistemate in modo da non graffiare vele e  persone,  devono impedire un allentamento  indesiderato del tiro delle sartie e degli stralli. Le impiombature non devono  presentare lesioni o segni di ruggine. Almeno una volta l’anno (e, se,  navighiamo molto, anche più spesso) dobbiamo salire in testa d’albero per  effettuare analoghi controlli. Nell’occasione controlliamo anche la robustezza  del montaggio meccanico delle varie antenne e delle istallazioni presenti.
 Mastra e piede  d’albero: Se l’albero è del tipo passante controlliamo l’integrità del  sistema che impedisce all’acqua di entrare in barca. Controlliamo che le zeppe  che fissano l’albero a livello della coperta siano solidamente fissate.
 Boma e vang:  controlliamo la trozza del boma, gli attacchi del vang, quelli della scotta e  le pulegge di rinvio del tiro delle borose
 Battagliola: l’insieme  delle draglie e dei candelieri deve essere integro
 Luci di fonda e luci  di via: controlliamo che funzionino e che i cavi elettrici che conducono ad  esse l’elettricità siano in buone condizioni.
 Tenuta all’acqua  degli oblò e dei passi d’uomo: non è necessario fare prove particolari  perché la pioggia dell’inverno (sicuramente, almeno qualche volta, battente e  violenta) ci avrebbe evidenziato eventuali difetti. Ingrassiamo con vaselina le  guarnizioni di gomma e le cerniere.
 Salpancora:  proviamo a farlo funzionare al fine di verificare indirettamente lo stato dei  conduttori elettrici dei vari contatti. In molte barche è invalso l’uso di  istallare nello stesso gavone dell’ancora una presa femmina per il telecomando  del salpancora. Questa connessione elettrica è sempre a rischio di  malfunzionamento in quanto soggetta ad attacchi dovuti all’umidità in quel  luogo inevitabile. Se il nostro impianto è di questo tipo dobbiamo porre  un’attenzione quasi maniacale per mantenere integri i contatti elettrici. Possibilmente  ripariamo il tutto da eventuali spruzzi di acqua e, comunque, teniamo il  contatto elettrico immerso nella vaselina.
 Ancora di posta:  l’ancora di posta (quella che teniamo normalmente istallata a prua e pronta per  le operazioni di ancoraggio) deve essere fissata in modo solido alle ferramenta  di prua. Dobbiamo evitare in modo tassativo che il sistema di rizzaggio  dell’ancora si allenti durante una navigazione con tempo duro.
 Controllo cinture di  sicurezza e della solidità dei punti di ancoraggio delle stesse: appare  ovvio a chiunque che le cinture di sicurezza debbono essere collegate alla  barca tramite golfari particolarmente robusti: la migliore cintura di sicurezza  non serve a nulla se il punto cui è incocciata cede sotto lo sforzo violento  trasmesso da un uomo che ha perso l’equilibrio e sta per cadere in mare.
 Controllo e  lubrificazione di verricelli e bozzelli: verricelli e bozzelli devono  girare con il minimo degli attriti. Periodicamente vanno dunque smontati (i  verricelli) e verificati (verricelli e bozzelli). Per quanto riguarda i  verricelli si procede al loro smontaggio dopo essersi dotati di un recipiente  su cui appoggiarli per poterli pulire con gasolio. Il grasso va applicato in  dosi infinitesime e mai sui nottolini e sulle molle.
 Rotaie e carrelli:  controlliamo la loro robustezza ed integrità. Sciacquiamo con acqua dolce e  lubrifichiamo con lubrificanti non oleosi (ad esempio sailkote – Harken o  teflub – CRC).
 Stato delle vele:  le vele debbono essere in ordine. Le cuciture devono essere integre e quindi un’ispezione  una volta l’anno serve ad evidenziare eventuali punti deboli. Peraltro le vele  vengono controllate, anche se in modo un poco più superficiale, ogni volta che  le apriamo
 Controllo  avvolgifiocco: deve scorrere in modo fluido e senza particolari sforzi. Per  barche sino a 14-15 metri il genova dovrebbe poter essere avvolto senza ausili  meccanici moltiplicatori dello sforzo (verricelli). Sciacquiamo spesso con  acqua dolce il cuscinetto a sfere del tamburo.
 Superfici in teak:  l’eventuale lavaggio va eseguito con abbondante acqua e con uno spazzolone dalle  setole non troppo dure. Lo spazzolone deve essere azionato in senso normale  alla fibra del legno. Idropulitrice? Assolutamente no! I danni sono quasi  certi. Dopo il lavaggio, se lo desideriamo, possiamo applicare un prodotto  sbiancante (tipo teak wonder) che riporta il legno al colore originale.
 Presenza di giochi  sulla timoneria (agghiaccio, frenelli): se il timone ha il comando a barra  il discorso è immediato e si limita al controllo che tutto sia solido. Se  invece il comando è del tipo a ruota è opportuno verificare che non siano  presenti giochi nel sistema di trasmissione del comando.
 Vele di rispetto:  un set completo di vele di rispetto (almeno una randa ed un genova) dovrebbe  essere permanentemente imbarcato al fine di non trovarsi, in caso di  malaugurata rottura non riparabile con i mezzi di bordo, senza vele.
 Scotte e drizze:  sostituiamo senza esitazione tutto ciò che appare usurato.
 Cime di ormeggio:  “poca cima poco marinaio”. E’ un detto che ha un suo grande fondamento di  verità. Il set delle cime dedicate all’ormeggio deve comprendere cime di  lunghezza varia in modo da poter utilizzare la cima adeguata all’esigenza  dell’ormeggio. E’ evidente a chiunque che, con una cima corta, l’ormeggio non  può essere eseguito. Va peraltro osservato che anche una cima troppo lunga crea  problemi durante la sua manovra.
 Bombole del gas per  la cucina e relativo gavone: ovviamente debbono essere in ottimo stato. Il  gavone ed esse dedicato deve essere stagno, senza comunicazione con l’interno e  con un foro di scarico nella parte bassa che possa condurre il gas  malauguratamente fuoriuscito direttamente all’esterno. E’ importante provvedere  all’eventuale ricambio. Rimanere senza gas per la cucina non aiuta il relax.  L’eventuale bombola di ricambio deve, tassativamente, essere stivata con le  stesse precauzioni di quella in uso.
 Tubo del gas:  ricordiamo che le norme di sicurezza prevedono che il gas possa essere  convogliato ai bruciatori della cucina con un tubo di gomma soltanto per due  brevi tratti (tra la bombola e il tubo di rame che passa all’interno e tra la  fine di questo e il blocco cucina). Inoltre una valvola di intercettazione deve  essere montata prima della fine del tubo di rame. Controlliamo la data di  scadenza del tubo di gomma e provvediamo alla sua eventuale sostituzione.
 Pilota automatico:  controlliamo il suo funzionamento ogni volta che usciamo
 Ancora di rispetto:  l’ancora di rispetto potrebbe non servire per molti anni, ma non averla quando  saremmo disposti a spendere cifre esorbitanti pur di averne una può costare  molto caro. Essa va stivata in un gavone facilmente accessibile e deve essere  un’ancora con dimensioni e peso che garantiscono una tenuta pari se non  superiore a quella dell’ancora di posta.
 Dotazioni di  sicurezza: controlliamo la scadenza di ciò che ha scadenza (zattera  autogonfiabile e razzi) e lo stato di efficienza della lampadina della boetta  luminosa. Controlliamo, tramite il loro manometro, che gli estintori siano  carichi. Quando ne abbiamo occasione controlliamo l’attendibilità della tabella  delle deviazioni residue dovute al campo magnetico di bordo
 Scendiamo ora sotto coperta e pensiamo ai numerosi controlli  richiesti dalla nostra “crociera serena”.Sentina: deve  essere pulita ed asciutta. Se troviamo acqua dobbiamo comprendere se è salata o  dolce e comportarci di conseguenza.
 Cuscini: Laviamo  in lavatrice con acqua appena tiepida le foderine. Se il corpo della cuscineria  si fosse bagnato di acqua di mare dobbiamo assolutamente lavare il tutto in  abbondante acqua dolce. Non c’è niente di meglio di un cuscino impregnato di  sale per avere la barca sempre umida e maleodorante. Spruzziamo lubrificante  non oleoso sulle cerniere lampo
 Impianto elettrico:  deve essere efficiente con conduttori elettrici ben cablati. Un controllo  periodico di tutte le utenze di bordo ci permette di individuare eventuali  avarie e di porre loro rimedio.
 Impianto idraulico:  ispezioniamo i serbatoi e puliamoli dall’interno (se hanno il tappo di accesso).  Durante l’inverno sarebbe opportuno far stazionare all’interno dei serbatoi  acqua arricchita di amuchina.
 W.C.: se il w.c.  emana cattivo odore probabilmente questo fatto può dipendere dal materiale con  cui è realizzato il tubo di scarico. Prendiamo nota di sostituirlo con un tubo  impermeabile agli odori. Come intervento immediato potremmo pensare di far  stazionare per un’oretta acqua con un 50% di candeggina al suo interno.  Versiamo il liquido nella tazza. Pompiamo fino a quando pensiamo di averlo  avviato dentro il tubo e chiudiamo la saracinesca di scarico. Lasciamo passare  un’ora e scarichiamo il tutto.
 V.H.F.:  verifichiamo la sua efficienza. In assenza di strumentazioni complesse possiamo  limitarci ad una chiamata ad una stazione radio costiera per il controllo  dell’apparato
 Frigorifero:  quando usciamo anche per poche ora teniamolo acceso e verifichiamo la sua efficienza.  Questo modo di operare è anche un controllo indiretto dell’efficienza degli  accumulatori
 Stato degli  accumulatori: lo stato degli accumulatori può essere controllato con  l’apposito densimetro che misura, appunto, la densità del liquido all’interno  di essi. Il controllo è semplice (basta procurarsi il densimetro che costa  pochi euro). Un controllo meno “scientifico” può essere fatto facendo assorbire  da un’utenza energia dagli accumulatori. Come abbiamo già detto sopra si  potrebbe provare a tenere in funzione il frigorifero per ventiquattro ore e  controllare poi che l’accumulatore usato sia in grado di avviare il motore della  nostra barca.
 Log – ecoscandaglio:  controlliamo che diano indicazioni corrette ogni volta che ciò è possibile
 Motore – filtro olio  e cambio dell’olio – Filtro gasolio: l’olio di lubrificazione del motore  deve essere cambiato almeno ogni sei mesi o, comunque, dopo 100-150 ore di moto  assieme al suo filtro. Il livello dell’olio deve essere compreso tra le due  tacche di minimo e di massimo livello.
 Anche il filtro del carburante ed il suo eventuale prefiltro  (o decantatore) debbono essere cambiati (o puliti) con frequenza analoga a  quella del filtro dell’olio.
 Invertitore:  controlliamo il livello dell’olio e, almeno ogni due anni, provvediamo alla sua  sostituzione.
 Alternatore: ogni  volta che mettiamo in moto il nostro motore controlliamo il funzionamento di  questo importante strumento
 Caricabatteria:  se la nostra barca ne è dotato controlliamo il suo funzionamento (magari dopo  aver scaricato un accumulatore con la prova descritta sopra e relativa al  frigorifero).
 Elica di rispetto:  quasi tutte le barche a vela montano eliche a bassa resistenza idrodimanica  (chiudibili, orientabili, ecc). In questo tipo di elica sono presenti parti in  movimento rispetto ad altre e, dunque, un’avaria può verificarsi. Portare in  barca un’elica (magari a pale fisse) di rispetto può rivelarsi un accorgimento  molto saggio qualora l’avaria dovesse malauguratamente verificarsi.
 Bagni (guarnizioni,  saracinesche, ecc.): verifichiamo il buon funzionamento di tutti gli  apparti subito dopo il rimessaggio invernale.
 Tenuta all’acqua  della linea d’asse: se il nostro motore trasmette all’elica la sua potenza  tramite linea d’asse verifichiamo la perfetta tenuta all’acqua del sistema.
 Controllo dello stato  di pulizia del serbatoio del carburante: ogni tre/quattro anni controlliamo  lo stato di pulizia del serbatoio del carburante (specialmente se il carburante  è gasolio).
 Fascette stringitubo:  controlliamo periodicamente lo stato di questi piccoli ma importantissimi  particolari.
 Cassetta di pronto  soccorso: controlliamo la scadenza dei medicinali e sostituiamo tutto ciò  che è scaduto o che scadrà durante l’estate prossima.
 Parti di rispetto:  controlliamo di aver imbarcato le parti di rispetto più importanti: filtro  dell’olio, filtro del gasolio (magari due), cinghia dell’alternatore,  termostato, quantitativo d’olio lubrificante del motore per un cambio completo  e per gli eventuali rabbocchi, un paio di iniettori, pompa a C, sistema di  tenuta all’acqua della linea d’asse, girante dell’impianto di raffreddamento, erogatore/riduttore  di pressione per la bombola del gas per la cucina, set di lampadine relative ai  punti luce interni, ecc.
 Portolani, elenco dei  fari e segnali da nebbia: questi documenti devono essere aggiornati ed in  ordine.
 Carte nautiche:  devono essere presenti tutte quelle (alle varie scale) che riguardano la zona  di navigazione interessata dalla nostra crociera.
 Cambusa: molti  alimenti devono essere imbarcati alla vigilia della partenza. Alcuni posso  essere imbarcati anche un mese o due prima (acqua minerale, pasta, cibi  conservati in scatola, tovaglioli di carta, carta igienica, ecc) e farlo per  tempo diminuisce lo stress alla vigilia della partenza.
 Rifornimento d’acqua:  riempiamo i serbatoi in funzione della presunta durata della nostra prima  navigazione (la traversata del braccio di mare che ci separa dalla nostra meta)  con un opportuno ampio margine dando la preferenza a quelli istallati a centro  barca.
 Rifornimento  carburante: deve essere presente il carburante necessario (con l’opportuno  margine) come se tutta la nostra prima navigazione si dovesse svolgere  utilizzando il motore. Fare comunque il pieno è cosa decisamente saggia. I  serbatoi semivuoti sono a “rischio” per l’aspirazione di aria quando si naviga  a motore in mare agitato.
 Condizioni meteo:  nei giorni precedenti alla partenza teniamo d’occhio l’evolversi della  situazione meteorologica.
   Pensiamo ora la controllo delle parti verificabili con la  barca in secca durante le operazioni di carenaggio.Presenza di giochi  sull’asse del timone: l’asse del timone non deve presentare giochi. Può  essere accettato un gioco di meno di un   millimetro. La presenza comunque di un gioco anche modesto ci segnala  comunque che il problema deve essere monitorato.
 Controllo ed  eventuale sostituzione guarnizione in gomma Sail-drive: se il nostro motore  è del tipo S-Drive dobbiamo pensare a sostituire la guarnizione in gomma almeno  ogni cinque anni
 Attacco del bulbo:  controllo che tra scafo e bulbo non si manifestino lesioni. Microlesioni  possono essere accettate in quanto create dall’elasticità del sistema
 Pensiamo ora alla parte “giuridico-amministrativa.Tutti i documenti debbono essere in ordine.
 La nostra patente non deve essere scaduta di validità.
 La licenza di  navigazione deve riportare l’annotazione dell’Autorità Marittima relativa ala  certificato di sicurezza con una data che sia successiva al termine previsto  dalla nostra crociera.
 La licenza d’uso del  V.H.F. deve essere presente a bordo e in ordine.
 Certificato limitato  di radiotelefonista: deve essere presente a bordo
 Il certificato  relativo all’assicurazione di responsabilità civile deve avere una scadenza  successiva a quella prevista per il termine della nostra crociera.
 Tutte le persone presenti a bordo devono aver con sé un documento d’identità. Se si va  all’estero il documento deve essere valido per l’espatrio.
 I moti fuoribordo devono aver il certificato d’uso.
 Le imbarcazione immatricolate con marcatura CE devono aver  il manuale del proprietario presente  a bordo.
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